12/11/11,Ascoli Piceno
UNA MATTINA NEL CUORE VERDE DI ASCOLI
Come un'antica e piccola città può nascondere grandi sorprese.
Ascoli –
Tutti sanno che Ascoli è una città molto antica e
ricca di monumenti. Ma conosciamo veramente il luogo in cui viviamo,
la
storia delle sue strade, dei suoi edifici, delle sue mura? Noi ragazzi della 2^A
dell'Istituto Agrario siamo andati a scoprirla. Abbiamo intrapreso una piacevole
passeggiata lungo i confini del nostro centro storico e ognuno di noi ha fatto
delle ricerche su uno dei luoghi che saremmo andati a visitare, cosi da poter
esporre l'argomento ai compagni. Il nostro itinerario ha avuto inizio sul Ponte
Maggiore, dal quale si può ammirare lungo il fiume Castellano una ricca flora di
pioppi, salici, olmi, sambuchi e altre piante. Purtroppo le sponde sono
infestate dall'Ailanto e dalla Robinia, piante "parassite" conosciute
come "toccacielo" e "cagge" che in pochi anni raggiungono altezze elevate
rubando spazio e nutrimento alle altre piante. Proseguendo il nostro percorso
verso il Forte Malatesta, antica prigione, abbiamo ammirato alcuni alberi
capitozzati, cioè potati eccessivamente fino a subire una violenza sia estetica
che interna. Abbiamo proseguito verso il leggendario Ponte di Cecco, secondo la
leggenda costruito da Cecco d'Ascoli con l'aiuto del diavolo in una sola notte
,ma purtroppo l'abbiamo trovato imbrattato di scritte volgari e offensive. Poi
siamo scesi lungo la strada che porta alla confluenza tra Tronto e Castellano,
ammirando la meravigliosa vegetazione come: canne, giunchi, salici, pioppi...
Superata la foce del Castellano, abbiamo proseguito lungo il Tronto, dove ci
siamo imbattuti in un maestoso esemplare di Ontano Nero. Questa pianta è
importantissima per il fiume, infatti con le sue radici depura l'acqua e con la
sua ombra crea l'ambiente ideale per la vita. Il percorso è proseguito in
salita, offrendo un incantevole panorama del Tronto. Abbiamo incontrato Porta
Tufilla e, più avanti la chiesa di S. Maria Intervineas, che vuol dire “in mezzo
alle vigne”. Poi siamo scesi a S. Pietro in Castello, abbiamo camminato su un
ponte di legno traballante che portava sulle sponde del Tronto, qui coperte da
enormi sassi e da piante curiose. Siamo tornati indietro per avanzare verso
Porta Solestà sul Ponte Romano, incappando nella Rua delle Stelle, nota come
“rrete li mierghie”, forse la più deturpata della città dai vandali dalla
scritta facile. La strada è sfociata nel quartiere di Porta Romana. Qui abbiamo
ammirato la chiesa del SS. Crocifisso e la piccola chiesetta consacrata
dell'Angelo Custode. L'ultima tappa è stato l'antico teatro romano, costruito
approfittando della pendenza del Colle dell'Annunziata. Essendo la nostra classe
per la maggior parte composta da alunni non della città, per molti è stata
un'esperienza nuova in una città sconosciuta, ma anche chi percorre queste
strade ogni giorno ha avuto molto da scoprire, esplorando queste viuzze che
sembrano perdersi nel passato e nella storia. Questa escursione ci ha insegnato
che il luogo in cui viviamo è un'enorme forziere colmo di un patrimonio storico,
ma anche biologico, che deve essere salvaguardato con dedizione ed amore e
questo deve valere per ogni luogo del nostro paese.
Piras Sara
Marinelli Federico
Catalucci Federico