Il Bestiario, il Disneygino

 

Il Disneygino è un animale leggendario che, cambiando le favole per non offendere nessuno, offende tutti

Il Disneygino è un essere mitologico che, invece di accontentarsi di raccontare storie divertenti e romantiche, si è messo in testa di dover educare il suo giovane pubblico, gli adulti di domani. Così ha sostituito l’intrattenimento con il proselitismo della nuova religione che predica che le differenze non esistono, che siamo tutti uguali e ammonisce di prendere le distanze dagli stereotipi di genere e di razza. Il Disneygino sostiene in tutto e per tutto le istanze LGBTQ. Povero giovane inconsapevole pubblico, che invece di divertirsi per un paio d’ore si becca il sermone della nuova chiesa del “bene comune” e un paio di baci gay gratuiti e fuori contesto. Però, come in ogni operazione ideologica, il Disneygino innesca cortocircuiti ridicoli perché il buon Dio punisce con ironia chi cerca di piagare l’oggettività della realtà alla propria idea. L’esempio della prossima Biancaneve del Disneygino è emblematico.

Per non offendere le persone diversamente bianche, il Disneygino sostituisce la protagonista dalla pelle bianca come la neve con un’attrice mulatta contraddicendo in partenza il titolo stesso. D’altra parte l’operazione “chi se ne frega dell’origine del protagonista” era stata anticipata dalla “Sirenetta”, personaggio danese, interpretato da una ragazza di colore. Tradizione offesa.

Per non offendere le persone affette da nanismo, il Disneygino, che odia gli stereotipi, ha trasformato i 7 nani in personaggi di diverse etnie, fisicità e appartenenze sessuali. L’offesa a chi è affetto da nanismo è servita. Forse sono brutti da vedere? O li vedremo interpretare una serie sulle stelle del Basket?

Per non offendere le donne, il Disneygino, offende gli uomini. Il principe azzurro è stato vaporizzato. Il patriarcato è la madre di tutti i mali. Biancaneve si deve salvare da sola. Il romanticismo è reato, come il bacio “rubato” sulla tomba di vetro di Biancaneve, benché miracoloso, è considerato un atto di violenza sessuale. Meglio sostituire il prepotente principe innamorato con un Sex Toys, emblema della dipendenza femminile.

Il Disneygino non ha fatto i conti con il popolo che è ancora sano e non accetta l’imposizione ideologica che violenta la realtà e la fantasia dei nostri figli, e ora, il Disneygino deve correre ai ripari per le gravi perdite economiche delle ultime produzioni che hanno visto le sale cinematografiche deserte e vuote come la sua anima.

Giovanni Zola