DESTINO

 

            Tutte le religioni, escluse le varie sette più o meno religiose, che la mia mente semplice rifiuta di capire, ammettono che per l’Universo e con esso la Vita, ci sia e ci sia stato un Creatore.

Noi Cristiani lo chiamiamo “DIO” altre religioni monoteiste con altri nomi, ma la sostanza è sempre la stessa.

-         Siamo stati creati, abbiamo avuto un’evoluzione e tutti abbiamo un’anima che lasciata questa vita è destinata all’eternità.

-         Credo e ne sono convinto, che il Creatore, alla nostra nascita, alla nascita di ognuno, scriva il nostro nome su un grande libro del “destino” e per ognuno di noi accenda una luce, una fiammella che accompagnerà tutta la nostra vita, assegnandoci nello stesso tempo una guida, un protettore che chiamiamo “SANTO” – o – “ANGELO CUSTODE”.

-         Altrimenti come si potrebbero spiegare alcuni eventi apparentemente impossibili.

Facciamo degli esempi:

= Due amici, tutti e due esperti marinai, vengono sorpresi da una tempesta, la loro barca affonda, tutti e due indossano il salvagente, uno si salva l’altro no!

= In un disastro aereo, o nell’affondamento di una nave solo alcuni sopravvivono.

= In guerra, alla conquista di un fortino da dove piovono pallottole da tutte le parti, alcuni vengono feriti, altri ci rimettono la vita ed altri no!

Secondo me è nel libro del destino che per ognuno dei superstiti non c’è scritto ancora la parola FINE ed anche che quella fiammella, quella luce ancora non è spenta; ed è il nostro Santo protettore o l’Angelo Custode che ci ha tenuto e ci tiene lontano dai pericoli, ci difende da essi, e qualche volta, a nostra insaputa, ci tira fuori da certe situazioni.

Da parte mia, più di una volta, ne ho avuto una prova tangibile (ed invisibile) della Sua presenza.

Durante la guerra, stavamo scappando e da Tarquinia, con un altro compagno dovevamo raggiungere, a piedi Todi (in Umbria), come ci avevano consigliato, per evitare spiacevoli incontri, camminavamo, su strade di comunicazione, preferibilmente al buio; una mattina, appena l’alba, ci trovavamo ad un bivio indecisi su quale strada proseguire, vedemmo venire (a quell’ora ancora con il buio) verso di noi una vecchietta, la aspettammo per chiederle notizie: ci disse indicandola prendete “quella” perché quell’altra vi porta dai tedeschi. Sicuramente quella vecchietta era il nostro Angelo Custode.

Una sera tornavo da Pescara, mi si era fatto un po’ tardi, ed era già notte: presi l’autostrada, all’uscita da questa presi per Montepandone, strada fiancheggiata da alberi, che mi portava ad Acquaviva, mi prese inspiegabilmente un colpo di sonno; invece di fermarmi, distrarmi e magari dormire 10 minuti, visto che ero a pochi chilometri da casa, decisi di proseguire. Arrivato nei pressi del Santuario di San Giacomo la strada fa un’ampia curva che all’uscita ai due lati ha uno a destra ed uno a sinistra due piazzali per la sosta. In quel tratto di strada gli occhi mi si quasi chiusero, ma la curva la imboccai lo stesso, forse la macchina seguendo la pendenza della strada la fece automaticamente. All’uscita di quella curva ho sentito come una mano che mi batteva su una spalla; aperti gli occhi mi trovai, davanti, sulla strada a non più di 30 – 40 metri un gruppo di persone, per evitarle sterzai bruscamente a sinistra senza pensare alle possibili conseguenze … imboccai, con precisione, la deviazione che portava al piazzale come fosse stato in quella occasione, la manovra più naturale da fare (ora quell’ingresso non c’è più perché ritenuto troppo pericoloso).

Vicino casa c’è una tabaccheria, con rivendita di giornali e ricevitoria del lotto, spesso ci vado a comperare qualche rivista o a giocare al lotto. Questo edificio, con davanti un piccolo piazzale è posto all’uscita di una curva a gomito. Una volta, andandoci, trovai il piazzale occupato da altre macchine; lasciata la mia al lato opposto della strada, per andarci dovevo attraversare la strada stessa.

Sceso dalla macchina fatti pochi passi trovandomi già sulla carreggiata della strada, dalla curva sbuca una macchina a forte velocità, prendendola un po’ larga!! Come una mano (la stessa dell’altra volta) m’impedì di proseguire facendomi fermare (tirandomi anche un po’ indietro) quella macchina mi passò tanto vicino quasi sfiorandomi, se fossi stato più avanti solo di mezzo metro mi avrebbe investito.

Anche in altre occasioni avvengono simili, chiamiamoli, prodigi solo che non ce ne accorgiamo e/o non diamo ad essi la dovuta importanza senza ascoltarli o sapendoli ascoltare.

Primo di tutti il prodigio di svegliarci al mattino.

Poi quando la nostra fiammella, per un soffio improvviso o più o meno lentamente si spegnerà, NON facciamone un dramma.

Quando avverrà accettiamolo come l’evento più naturale della nostra esistenza.