PALMINO

La prima volta che ci siamo incontrati, lungo un fossato, cercavamo tutti e due la stessa beccaccia. Lui l’aveva trovata prima le aveva tirato lontano, senza risultato, tanto come diceva lui: "io impronto (ci rimetto) la cartuccia, essa impronta la pelle" mentre a me era andata via, senza che potessi nemmeno imbracciare, appena il cane aveva avvertito la sua presenza. Aveva una doppietta calibro 16 di fabbricazione austriaca a cani interni che era una meraviglia e che teneva come un gioiello; invece il cane era di una razza indefinita, un po’ pointer un po’ segugio ed era velocissimo, ma a lui non importava; camminava come un treno tanti passi faceva il cane tanti ne faceva lui, le colline non esistevano erano tutte pianure; il cane lo teneva come tuttofare; la cuccia l’aveva vicino la porta di casa, ma a cuccia non c’era quasi mai perché anche la notte, tenendolo sempre sciolto, perché diceva che la catena oltre a farlo diventare cattivo era segno di schiavitù andava in giro per conto suo: spesso qualche starna o altro la rimediavo dove lui era già passato (una volta ci rimediai anche una lepre). Facemmo subito amicizia, anche perché senza conoscermi aveva già sentito parlare di me.

Era capitato in paese dato che la cooperativa, di cui era socio, che si occupava soprattutto di boschi, era venuta dalle nostre parti tagliando legname per ottenere traversine per la ferrovia. Aveva conosciuto una ragazza figlia di un proprietario coltivatore diretto e l’aveva sposata e come si dice in gergo "era andato in casa"; poi, visto che il terreno era buono e rendeva bene era diventato agricoltore.

Tirava anche bene, ma era troppo impulsivo, troppo veloce. Una volta volle darmi un po’ della polvere da sparo che lui usava la "DAJ" che non avevo sentito mai nominare ed anche cercata; non l’avevo trovata nelle armerie da me frequentate; la accettai, mi andò anche bene, ma rimasi fedele a quelle per noi usuali: "Acapnia" con bossolo Fiocchi rosso cane; "D.N." con bossolo giallo Leon Beaux con testa di leone e "Rotteweil"con bossolo Fiocchi grigio aquila, quelli con camera a volume costante. La "D.N." la caricavamo con un petardo di polvere nera, ma non ho mai capito perché (a quei tempi) quelle cartucce le chiamavano a capsula fredda. Poi sono venute le "MB" verdi e le "Sidna" azzurre. Qualche volta siamo andati fuori zona in Umbria dove lui era stato a tagliare boschi, perché ci aveva trovato delle starne ed era veramente una buona zona. Soprattutto quando veniva in macchina, od eravamo appostati specie a "palombe" (colombacci) mi piaceva molto sentirlo raccontare: aveva avuto una vita avventurosa (se così si può chiamare); da quando era partito militare di leva nel 1935 fino al 1946 quando era tornato a casa aveva fatto sempre il militare partecipando a tutte le guerre di quel periodo ed era stato sempre (o quasi) in prima linea. Partito militare di leva subito inviato in Abissinia con il suo battaglione, insieme ad altri. Era entrato tra i primi ad Adis Abeba; tornato in Italia lo avevano mandato "VOLONTARIO FORZATO" in Spagna nei dintorni di Guadalajara, poi quasi subito un’altra volta in Africa, in Libia a Tobruk, rientrato di nuovo partenza per l’Albania sul fronte greco nei Balcani; sbandato e fuggitivo (tanto per cambiare) era finito in Jugoslavia con i partigiani di Tito. A casa, sistematosi, finalmente in tranquillità, visto che lo stato italiano, pagando molto bene, richiedeva traversine per la ferrovia aveva con altri costituito quella cooperativa e si era sposato.

Scherzando, scherzando nei sui racconti spesso diceva che per lui il fischio delle pallottole o lo scoppio delle granate non erano più dei rumori preoccupanti ma erano diventate una specie di musica dato che quella granata o quella pallottola che era destinata a te non la senti!

Da quando sono stato trasferito, non abbiamo avuto più modo di incontrarci, nelle brevi gite, che di volta in volta faccio in paese, dato che lui abita (o abitava) in campagna non ci siamo più rivisti rimanendo sempre nel ricordo un buon compagno di caccia ed un altrettanto buon amico.

Novembre ‘04