Le operazioni di rinvaso per fiori e piante verdi da appartamento da eseguirsi nel periodo della cattiva stagione ....

 

Alcune persone mi hanno prospettato alcuni loro problemi su piante da appartamento e da giardino pertanto colgo l'occasione che mi da il giornale FATTIEDOPINIONI.it per dare alcune risposte a tutti coloro che hanno di questi problemi e a coloro che vorranno presentare alcuni loro quesiti a questa redazione cercherà di dare risposta nelle successive pubblicazioni.

Il quesito che mi è stato presentato è su come poter rinvasare o quando farlo le varie piante di appartamento. La risposta non può essere data così d'acchitto e valida per tutte le piante perché ogni specie e varietà ha problemi diversi e diverse soluzioni. Parlando delle piante più comuni quali Begonie, Ciclamini, Aralie, Dracene, Ficus, Palme, Yucche ecc. o piante grasse possiamo iniziare a parlare di come preparare il vaso ed il terriccio per ospitarle e farle vegetare al meglio.

Innanzi tutto è buona norma per poter gestire meglio la pianta non offrire grandi spazi di terra in quanto la pianta nel vaso tende ad occupare tutto lo spazio disponibile e di conseguenza il vaso diviene ben presto piccolo. È necessario quindi rinvasare spesso le piante e metterle in vasi via via più grandi di 2 cm di diametro.

Ogni volta che si rinvasa la pianta bisogna controllare la sanità delle radici, che non vi siano cocciniglie e che, le radici, non abbiano iniziato a girare intorno al vaso; bisogna controllare il vaso che deve comunque essere pulito e se nel caso si dovesse riutilizzare un vaso vecchio quest'ultimo deve essere lavato in acqua corrente e disinfettato con zolfo polverulento.

Rinvasando piante che hanno portato fuori dal vaso le radici bisogna eliminarle con un attrezzo molto affilato e quindi passare a togliere la pianta dal vaso e rinvasarla.

Il vaso si prepara nel seguente modo che più o meno è valido per la maggior parte delle piante, possiamo parlare anche nella preparazione di fioriere sui balconi utilizzando lo stesso metodo; uniche eccezioni sono i vasi che debbono ospitare piante da allevare sommerse in acqua quali ninfee.

Per primo scegliere il vaso che può essere di vario materiale in terra cotta, in plastica o in polistirolo; secondo il mio parere non È bene utilizzare vasi in polistirolo perché le piante in esso ospitate tendono a perforare le pareti del vaso e si è poi costretti a tagliare molte radici ed a rovinarne molte nel successivo rinvaso; poi non si ha un buono scambio termico tra il vaso e l'ambiente circostante. Quelli in plastica sono i più comodi da tenere perché leggeri e poco ingombranti hanno il difetto di essere impermeabili all'acqua ed all'aria e pertanto la pianta ha bisogno di maggiori cure sulla superficie del terreno con piccoli movimenti di terra e di sarchiature continue, invece hanno meno bisogno di acqua irrigua in quanto mantengono meglio l'umidità, in tali vasi non si possono allevare piante che sono soggette ad attacchi fungini per ristagno idrico. I vasi in terra cotta sono i migliori in senso assoluto in quanto hanno un buon coibente termico respirano e trasudano, hanno il solo difetto di essere fragili ed un po’ ingombranti.

Nella preparazione del vaso la prima operazione e forse la fondamentale è la preparazione del fondo che deve assicurare un buon drenaggio e l'allontanamento immediato dell'acqua in eccesso. Il drenaggio si prepara ponendo un coccio sul foro centrale e del pietrisco di fiume lavato quindi si pone il terriccio in uno strato di circa due dita e si pone la pianta al centro riempiendo gli spazi vuoti con del terriccio nuovo e comprimendolo bene in­torno alle radici della pianta. Per la preparazione del vaso o delle fioriere seguire lo schema della tabella seguente.

Il terriccio poi deve essere sano esente da malattie ricco di sostanza organica e poroso, nel terriccio non vi debbono essere poi dei semi delle piante infestanti che contribuiscono ad impoverire molto rapidamente il terreno a disposizione della pianta. Un buon terriccio è quello di bosco di latifoglie, è un terriccio con humus ricco di calcio con pH neutro leggermente basico, questo può essere corretto facilmente per quelle piante che desiderano essere poste a dimora in terreno leggermente acidi aggiungendo 500 gr per m3 di zolfo in polvere. Se si vuole preparare del terriccio in casa questo può essere fatto con vari materiali di scarto ottenuti dall'orto e dalle piante che normalmente vengono allevate in casa compresi anche tutti gli avanzi organici che si possono ricavare nel periodo annuale questi vanno accumulati in un posto ombreggiato e stratificati per un'altezza di circa 10 cm di spessore immettendo anche 500 gr per q.le di materiale da decomporre di urea agricola e coprire con un pari strato di terra ed irrigare almeno una volta al giorno dopo circa sei mesi tale compo­sto è utilizzabile e se si vuole sterilizzare si può procedere nel seguente modo: prendere il terreno e porlo in un testo in strato sottile 5 - 6 cm e porlo per alcuni minuti in forno a 120°. Se si ha la possibilità di trovarsi in un bosco si potrà certo prelevare un po’ di terriccio di decomposizione derivante dalle foglie morte o dalla decomposizione del legno di castagno ed utilizzarlo miscelato a del terreno che si ha in casa o acquistato dal fioraio. Un buon terriccio deve avere la caratteristica di sgrondare velocemente l'acqua in eccesso delle irrigazioni e mantenersi umido per molto tempo. Non utilizzare se non per correggere terreni poveri di sostanza organica la torba o lo sfagno da soli perché sono materiali che trattengono troppo a lungo l'acqua e sono molto poveri di elementi nutritivi.

 

                                                       

Ludovico Costantini

docente di Scienze agrarie

presso l'Istituto Tecnico Agrario "Celso Ulpiani"

63100 Ascoli Piceno